Ho avuto l'opportunità di partecipare al side event di apertura della Banca Mondiale alla COP29 a Baku, dove si è svolta una discussione particolarmente illuminante. In un'epoca in cui il cambiamento climatico è in primo piano nelle agende politiche e commerciali a livello globale, è stato interessante ascoltare il Primo Ministro del Bhutan, Tshering Tobgay, che ha messo in luce una questione cruciale: è la debolezza e l'ambiguità della domanda di crediti di carbonio, che sta rallentando l'intero mercato. "Finché la domanda resterà debole e ambigua, gli sforzi per ridurre le emissioni attraverso il mercato volontario dei crediti di carbonio saranno insufficienti". Tobgay ha osservato che la scarsa qualità della domanda compromette la qualità dell'offerta, sollevando preoccupazioni sul potenziale greenwashing. Il suo messaggio era chiaro: "non basta continuare a cambiare le normative sull'offerta; dobbiamo risolvere la questione della domanda".
L'Esempio del Bhutan: un Paese a Emissioni Zero
Riconosciuto come il primo paese al mondo a essere carbon neutral, il Bhutan rappresenta un esempio potente di economia basata su valori ecologici, pur rimanendo economicamente vulnerabile. Tobgay ha ricordato che, sebbene il PIL del Bhutan sia di soli 2,5 miliardi di dollari, le sue risorse naturali hanno un valore superiore ai 15 miliardi di dollari. Tuttavia, il paese riceve poche compensazioni per la gestione del suo patrimonio naturale e per il sequestro di CO₂: l'attuale sistema di mercato non assegna ai crediti di carbonio del Bhutan un prezzo equo.
Alla COP28, il Bhutan ha lanciato un Fondo Climatico da 50 milioni di dollari destinato a sostenere progetti di mitigazione, adattamento e sviluppo. Tuttavia, oggi il fondo rimane vuoto. Tobgay ha sottolineato che questa questione va oltre i confini del Bhutan ed è una preoccupazione globale. Se non riusciamo a sostenere fondi climatici come quello del Bhutan, c’è il rischio che i paesi vulnerabili continuino a sopportare le conseguenze del cambiamento climatico senza un adeguato supporto.
Come i Governi Possono Stimolare la Domanda
La domanda debole non è solo un problema di qualità dell'offerta. Mark Kenber, direttore esecutivo del Voluntary Carbon Markets Integrity (VCMI), ha sottolineato che molti acquirenti esitano ad investire in crediti di carbonio a causa di preoccupazioni sulla qualità dei progetti e sul possibile effetto percepito di greenwashing. Ha aggiunto che mentre alcuni governi, come quello di Singapore, permettono alle aziende di utilizzare crediti di carbonio come parte dei loro obblighi di compliance, molti, soprattutto in Europa, sono ancora riluttanti a fare lo stesso.
Creare fiducia nel mercato dei crediti di carbonio significa che i governi debbano intervenire per stabilire standard chiari che consentano l'uso dei crediti all'interno dei sistemi di compliance e volontari, bilanciando la regolamentazione con la necessità di sostenere il mercato.
Conclusione: la Via per la Sostenibilità Passa dalla Domanda
Le parole di Tobgay sono un promemoria per tutti i partecipanti a questa sfida globale: il capitalismo applicato alle iniziative verdi non può essere realizzato solo attraverso regolamenti ossessivi sull'offerta. Dobbiamo stimolare una domanda reale, forte e qualificata. Solo allora avremo un mercato dei crediti di carbonio trasparente e di valore, fornendo ai paesi come il Bhutan l'incentivo per continuare a essere leader nella neutralità carbonica, nonostante la loro modesta impronta economica.
È ora di guardare oltre le regole sull'offerta e costruire un sistema che premi veramente chi fa la differenza, favorendo una domanda che riconosca e valorizzi gli sforzi di nazioni e aziende in prima linea nella crisi climatica.
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