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Carbon Market Outlook 2025: il sistema ETS ha funzionato, ma le riforme in corso rischiano di comprometterne l’efficacia e la competitività europea

  • Immagine del redattore: Andrea Ronchi
    Andrea Ronchi
  • 25 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

Milano, 23 ottobre 2025 – È stato presentato al Politecnico di Milano il Carbon Market Outlook 2025, il rapporto annuale dell’Energy & Strategy Group realizzato con la collaborazione di CO2 Advisor.Lo studio, curato da Davide Chiaroni, Giancarlo Giudici e Andrea Ronchi (fondatore di CO2 Advisor e Vice-Direttore della ricerca), analizza l’evoluzione dei mercati della CO2 in Europa e nel mondo, delineando le tendenze che plasmeranno le politiche climatiche del prossimo decennio.



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L’espansione globale del carbon pricing

Nel 2025, oltre il 26% delle emissioni mondiali è coperto da strumenti di carbon pricing obbligatori – sistemi ETS per la maggior parte e carbon tax per la parte residua – rispetto al solo 6% del 2019.Il trend di crescita è quindi di fortissima espansione, segno che la leva prezzo della CO₂ è ormai considerata la politica climatica più efficace a livello globale.

Sistemi di Carbon Pricing nel Mondo - 25% delle emissioni mondiali coperte da ETS e Carbon Tax
Sistemi di Carbon Pricing nel Mondo - 25% delle emissioni mondiali coperte da ETS e Carbon Tax

Integrazione con i crediti di CO₂: una tendenza globale

Sempre più Paesi stanno integrando nei propri sistemi ETS i crediti di CO₂ derivanti da progetti di riduzione e rimozione certificata, mentre l’Unione Europea – che li aveva esclusi dal 2013 – sta discutendo la loro reintroduzione per abbattere i costi della transizione e favorire un approccio tecnologicamente e geograficamente neutrale.

Crediti di CO2 e sitemi ETS cogenti nel Mondo
Crediti di CO2 e sitemi ETS cogenti nel Mondo

In Italia l’ETS ha funzionato meglio di tutte le altre policy


Il meccanismo ETS si conferma la misura di decarbonizzazione più efficiente mai introdotta.Dal 2005 al 2024 le aziende italiane soggette alla normativa ETS hanno ridotto le proprie emissioni del 49%, l’unico segmento oggi in linea con i target europei Fit for 55.Parallelamente, la carbon intensity (tonnellate di CO₂ per milione di euro di fatturato) è diminuita in tutti i settori, dimostrando che le imprese hanno decarbonizzato i modelli di business, non solo ridotto la produzione.

«Il sistema ETS ha funzionato perché ha messo il mercato – e non la burocrazia – al centro del processo di decarbonizzazione», ha dichiarato Andrea Ronchi, Vice-Direttore del report e CEO di CO₂ Advisor.


Riduzione delle Emissioni coperte da ETS in Italia
Riduzione delle Emissioni coperte da ETS in Italia

Un sistema che cambia natura: dal “market-based” al “tax-and-trade”

Lo studio evidenzia però che l’ETS europeo si sta trasformando: le quote di emissione vengono sempre meno assegnate gratuitamente e sempre più messe all’asta dagli Stati membri, che ne incassano i proventi.Questo spostamento sta mutando il sistema da strumento di mercato a meccanismo fiscale, con il rischio di perdere la sua efficienza originaria.

«Quando i ricavi del carbonio vanno all’Unione Europea ed agli Stati Membri e non verso le tecnologie più efficienti, si perde il principio di premialità economica che ha reso l’ETS un successo», ha commentato Ronchi.


Le altre politiche di decarbonizzazione costano oltre 100 volte di più

Secondo lo Zero Carbon Policy Agenda dello stesso Energy & Startegy Gorup del Politecnico (presentato ad inizio ottobre 2025) , in Italia si investono circa 110 miliardi di euro l’anno in misure di decarbonizzazione “command and control”(incentivi, sussidi ecc), per una riduzione effettiva di appena 11 milioni di ton CO₂: oltre 10.000 €/ton.Nel sistema ETS, al contrario, i prezzi non hanno mai superato i 100 €/ton e i risultati sono coerenti con gli obiettivi europei.Il mercato, conclude lo studio, è molto più efficiente, ma oggi sta subendo trasformazioni profonde e potenzialmente dannose.


Prospettive di mercato e geografia delle emissioni

  • Le emissioni annuali superano ormai le quote rilasciate, e gli analisti prevedono una spinta rialzista dei prezzi fino a 120-150 €/ton entro il 2030, rispetto ai circa 70 €/ton attuali.

  • Le emissioni italiane si concentrano per il 38% al Nord, con Lombardia ed Emilia-Romagna in testa, seguite da Toscana e Veneto.

  • In Italia partecipano al sistema 799 aziende per 1.250 impianti, che generano oltre il 35% delle emissioni nazionali.Le prime 10 imprese (tra cui ENI, Saras, Edison, Enel, Acciaierie d’Italia, A2A, Buzzi) rappresentano il 41% delle emissioni ETS, pari a circa il 14% delle emissioni complessive del Paese.


Guarda la presentazione delle Studio da parte di Andrea Ronchi

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