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ETS2 ai blocchi di partenza. Sempre più simile a una carbon tax, colpirà direttamente le tasche dei cittadini europei.

Immagine del redattore: Andrea RonchiAndrea Ronchi

Aggiornamento: 18 ott 2024

Un nuovo mercato della CO2 europea si affiancherà all’ETS esistente coinvolgendo anche le emissioni del trasporto su strada e del riscaldamento residenziale ed industriale.


Da Gennaio 2025 prenderà il via un nuovo sistema Europeo di scambio permessi di emissione di gas clima-alteranti “ETS 2”, introdotto come parte del pacchetto “Fit for 55” dell’Unione Europea. Sarà un sistema che si affiancherà al sistema ETS già esistente, ma che avrà un impatto ancora più diretto sui cittadini europei, con pesanti incrementi dei costi sui carburanti fossili alla pompa di benzina e sulle bollette del gas per il riscaldamento.


Si chiama “Emission Trading Scheme 2”, ma si può leggere anche come “Carbon Tax europea” e, con il pretesto dell’agenda green, l’Europa sembra essere riuscita ad aggirare i vincoli dei Trattati Comunitari che dovrebbero tutelare la sovranità fiscale degli Stati Membri.


Le date:

Entro Gennaio 2025 tutti i soggetti coinvolti dalla normativa dovranno essersi dotati di un’autorizzazione per immettere in consumo combustibili solidi, liquidi e gassosi (società di vendita di gas, distributori di benzina, ecc).

Entro il 30 aprile 2025 i soggetti obbligati dovranno presentare il monitoraggio delle emissioni prodotte nell’anno solare precedente corredato da un attestato di verifica di terza parte e così per ciascun anno successivo.

Dal 2027 avrà inizio la fase di mercato, ovvero ciascun soggetto, previo trasmissione del monitoraggio delle emissioni dell’anno precedente, dovrà anche restituire un permesso di emissione per ogni tonnellata di CO2 monitorata e verificata.


Ecco cosa cambia rispetto all’ETS tradizionale: prima di tutto, i permessi di emissione saranno collocati sul mercato esclusivamente a titolo oneroso, tramite meccanismo d’asta, inoltre, salvo ravvedimenti del legislatore europeo, i permessi di emissione dell’ETS2 (EUA2) non saranno fungibili con quelli del sistema ETS tradizionale (EUA). Si formerà quindi un prezzo diverso rispetto agli EUA dell’ETS1 e gli operatori dell’ETS2 non potranno usare i permessi di emissione dell’ETS1 (e viceversa).


L’Unione Europea, nel definire “il cap”, ovvero il tetto dei permessi di emissione dell’ETS2 da distribuire tramite asta, aveva dichiarato che il volume sarebbe stato tale da comportare aumenti di circa € 0,10 per litro di benzina e diesel alla pompa di benzina, ma i principali produttori e distributori di carburanti e gli analisti di settore stimano un impatto compreso tra € 0,50 ed € 0,80/litro entro il 2030, con un prezzo dei permessi di emissione che si prevede supererà anche quello dell’ETS1 fino ad € 200 per CO2 ton.


Nel 2018, i gilet gialli insorsero in Francia per l’incremento dei prezzi di benzina e diesel rispettivamente di € 0,03 e € 0,065 dovuti al tentativo di Macron di applicare una carbon tax nazionale poi sospesa per la violenza e la durata delle proteste della popolazione. Cosa potrà accadere in Europa con l’applicazione di un provvedimento che potrebbe essere 10 volte più impattante sui prezzi? Il coinvolgimento del riscaldamento residenziale inoltre penalizzerà particolarmente le fasce più povere della popolazione europea che vivono in immobili di classi energetiche più basse, con ancor più forza nelle zone rurali e nei Paesi dove il mix energetico è più sfavorevole come i Paesi dell’est Europa, dove molte abitazioni sono alimentate a GPL, gasolio o addirittura a carbone (quest’ultimo ancora molto utilizzato per il riscaldamento residenziale in Polonia ad esempio).



Previsione prezzi ETS ed ETS2 per i permessi di emissione EUA
Previsione prezzi ETS ed ETS2 per i permessi di emissione


Le aste saranno gestite da ciascuno Stato membro ed i proventi saranno destinati in larga parte a due fondi amministrati dall’Unione Europea, il Fondo Sociale per il Clima e il Fondo per la modernizzazione e innovazione, oltre che a politiche d’incentivazione delle infrastrutture per la mobilità elettrica e alla “compensazione per i settori vulnerabili”, amministrati dai singoli Stati su supervisione dell’Europa.


Questo meccanismo di collocazione ad asta dei permessi di emissione è ormai prevalente anche nel sistema ETS1, dove i permessi EUA sono distribuiti in forma gratuita, con volumi decrescenti di anno in anno, solo a quelle aziende considerate a rischio delocalizzazione (produttori di ceramica, vetro, carta ecc). Questo aspetto, sfortunatamente poco attenzionato dai soggetti coinvolti e dall’opinione pubblica, ha trasformato e continua trasformare il principio cardine dei meccanismi ETS europei, che assomigliano sempre di più a delle carbon tax. In ETS, infatti, i costi dell’azienda 1 dovrebbero essere i ricavi dell’azienda 2, con le risorse economiche che rimangono all’interno del perimetro dei soggetti coinvolti dalla normativa, premiando coloro che riescono ad implementare soluzioni di decarbonizzazione al minor costo marginale, in modo completamente “technology neutral”. Quando invece uno Stato o l’UE raccolgono i proventi delle aste degli EUA redistribuiscono queste risorse anche e soprattutto al di fuori del perimetro dei soggetti coinvolti, spesso finanziando iniziative e soggetti senza tenere assolutamente conto del rapporto €/tonnellata di CO2 ridotta. In questo modo si ottengono due effetti potenzialmente molto dannosi a livello sistemico: si impiegano risorse in modo poco efficiente e si carica il peso della transizione su aziende che in seconda battuta trasferiranno a valle il costo, ma che rischiano di saltare per aria per la sproporzione dei costi che devono fronteggiare.


Oggi assistiamo a un trend decrescente delle quotazioni del contratto forward dell’EUA DEC24 che da € 87,00 di Ottobre 2023 è diminuito fino ad € 59,98 lo scorso 8 Ottobre. Discesa del prezzo dovuto essenzialmente al rallentamento della produzione industriale europea (Germania in primis) e dalla produzione record di energia rinnovabile nel 2024 dovuta anche ai grandi volumi di pioggia caduta che hanno fatto segnare il record di produzione idroelettrica. Bisogna però ricordare che l’ETS1 (così come sarà anche per l’ETS2) ha un meccanismo di aggiustamento automatico dell’offerta (Market Stability Reserve) che riduce l’introduzione di permessi di emissione nel sistema se nell’anno precedente si verificano eccessivi cali di domanda, sostenendo così i prezzi.



Trend prezzo EUA 2023 - 2024 EU ETS
Trend prezzo EUA 2023 - 2024 EU ETS



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