Oggi ho avuto l’opportunità di intervenire su Class CNBC per parlare di uno dei temi più cruciali del nostro tempo: come affrontare in modo concreto ed efficace la crisi climatica, partendo dalle lezioni della COP29 di Baku. (Guarda l'intervista integrale)
Durante la trasmissione, abbiamo analizzato il ruolo chiave dei mercati della CO2 e le sfide specifiche che l’Italia deve affrontare.
Italia e Decarbonizzazione: Una Missione (Quasi) Impossibile
Nonostante le notizie dalla COP29, i dati sull’Italia che derivano dallo studio "ZERO CARBON POLICY AGENDA" condotto dall’Energy Strategy Group del Politecnico di Milano non sono confortanti. Per il 2030 è previsto un target di -55% delle emissioni rispetto al 1990, ma ad oggi, dopo 35 anni, abbiamo raggiunto solo il -26%. Questo significa che dovremmo ridurre un ulteriore -29% nei prossimi 5 anni. È realistico?
Il quadro si complica ulteriormente considerando il costo delle politiche attuali: nel 2023 abbiamo speso oltre 127 miliardi di euro di finanza pubblica per ridurre le emissioni, con un costo medio rilevato negli ultimi anni per tonnellata di CO2 ridotta superiore a 10.500 euro. In confronto, il prezzo delle quote EUA (EU ETS) si aggira intorno ai 70 euro per tonnellata. Questo dato solleva una domanda fondamentale: possiamo davvero continuare su questa strada senza riconsiderare le nostre strategie? Non è sufficiente per capire che i sistemi top-down di allocazione risorse non funzionano? Stiamo sprecando una quantità di denaro incredibile mancando il targte e perdendo di competitività.
Mercati della CO2: La Soluzione Scalabile
Un punto cruciale dei negoziati alla COP29 di Baku è stato il ritorno dei mercati della CO2 al centro dell’azione climatica grazie all’Articolo 6. Questi mercati rappresentano un approccio decisamente più efficace rispetto alle tradizionali politiche top-down, perché:
Allocano le risorse in modo mirato, premiando i progetti più performanti.
Offrono soluzioni scalabili per ridurre le emissioni a costi competitivi.
Stimolano lo sviluppo di crediti di CO2, incentivando innovazione e investimenti in settori chiave.
Il Vero Problema: La Legittimazione della Domanda
Il mercato dei crediti di CO2 soffre di una carenza strutturale, ma il vero ostacolo è la legittimazione della domanda. Sebbene ci siano le condizioni per una crescita significativa, molti commentatori e opinion leader continuano a etichettare i sistemi di mercato come strumenti di greenwashing, nonostante la COP29 abbia finalmente legittimato questi strumenti come essenziali per la transizione climatica.
Stimolare la domanda è fondamentale per dare l’impulso necessario alla crescita dell’offerta. Senza questo equilibrio, i prezzi dei crediti saliranno inevitabilmente alle stelle, creando nuovi squilibri. Tuttavia, anche con un aumento dei prezzi, i mercati della CO2 continueranno a rappresentare un costo molto più basso rispetto alle inefficienze generate dalle politiche top-down di redistribuzione della spesa pubblica.
Una Lezione Chiave
La COP29 ha ribadito un principio fondamentale: “Una tonnellata è una tonnellata”. Ciò che conta è ridurre le emissioni nel modo più rapido ed efficiente possibile, indipendentemente dalla loro provenienza geografica. I mercati della CO2 incarnano questa filosofia, offrendo un meccanismo flessibile e sostenibile per guidare la transizione climatica globale.
Il futuro della decarbonizzazione dipende dalla nostra capacità di legittimare e accelerare la domanda di crediti di CO2, sfruttando il potenziale dei mercati per allocare risorse in modo strategico ed equo.
Se vi siete persi la diretta qui sotto trovate la registrazione.
Continuate a seguirci: approfondiremo ulteriormente questi temi nei prossimi giorni.
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